21 agosto 2010

Solo se te lo meriti...

Di solito ai bambini si promette di regalare l'agognato gadget di turno in cambio di un buon comportamento (che so: aiutare la mamma a sparecchiare tutti i giorni, non picchiare i compagni all'asilo, dire sempre per favore quando si chiede qualcosa, etc.) o di un buon risultato (ad esempio un bel voto a scuola). Insomma, da bambini abbiamo imparato che il concetto di merito funziona. Da bambini, appunto. Se poi quei bambini hanno avuto la sciagura di nascere in Italia e di voler fare da grande l'insegnante, si sono trovati davanti ad un'amara verità.
Cosa accade infatti nel fantasmagorico mondo degli statali? Riporto testualmente cosa dice in merito l'AD di Banca Intesa SanPaolo Corrado Passera nell'intervista rilasciata al Corsera giovedì 19 agosto, rispondendo alla domanda: "In Italia c'è un problema di meritocrazia?"
"Sì, e molto grave. E per questa ragione perdiamo molti giovani in gamba che preferirebbero andare a far fortuna altrove. E' un fenomeno non assente nel privato ma diffuso soprattutto nel mondo pubblico, dove in molti settori la carriera o l'aumento di retribuzione sono scandite solo dall'anzianità. Prenda la scuola: un professore capace, impegnato, aggiornato, (STARA' PARLANDO DI ME?) vede il suo stipendio (NON POSSO CHE ESSERE IO) e il suo posto in graduatoria muoversi nello stesso modo in cui si muove un professore impreparato, svogliato o addirittura assente. Le scuole dovrebbero almeno in parte poter scegliere i propri professori".